Non tutti lo possono diventare:
è fondamentale stabilità dal punto di vista clinico, non deve esserci un coinvolgimento emotivo, non essere quindi risentiti contro i professionisti e le strutture sanitarie, in modo da rielaborare le vicende ed essere d’aiuto per un percorso di engagement teso a migliorare le cure e quindi insegnare buone pratiche.

Modena ha scelto di seguire i criteri di Montrèal nel reclutamento
e nella formazione dei pazienti però con alcune differenze.
E’ necessario un percorso di:
- Individuazione e segnalazione al Project manager del laboratorio per le attività;
- Selezione dei pazienti idonei sulla base di criteri rigorosi indicati dai manuali del CEPP di Montreal (vedi immagine), e delle caratteristiche emerse dalla narrazione del paziente;
- Intervista da parte del team del Laboratorio
- Scoperta delle “buone pratiche” dalle narrazioni e condivisione con altri pazienti, come contenuti trasversali delle malattie, indipendentemente da quella malattia, per insegnarle agli studenti;
- Percorso di formazione in tandem (professionista-paziente) di base;
- Formazione continua per miglioramento delle perfomances;
- Confronto fra pari e condivisione delle buone pratiche.
Manuali guida (ispirati ai manuali di Montreal) per la selezione e l’addestramento dei pazienti
Come ascoltare;
Come comunicare la diagnosi;
Come adattarsi al cambiamento che porta la malattia cronica e gli esiti delle malattie gravi;
Come vivere con la disabilità e la non autosufficienza;
Come vivere con le paure e la fatica quotidiana dell’essere malato; con la difficoltà di aderire ai trattamenti complessi