Mi chiamo Ilaria e ho quasi 23 anni.
Sono sempre stata una ragazza molto attiva nello sport, infatti, sin dall’età di 3 anni ho cominciato a prendere lezioni di nuoto, per poi passare ad agonismo dopo un paio di anni. Ad agonismo tutto divenne molto più impegnativo, tanto che la competizione divenne parte del gioco: ogni domenica io e la mia squadra di nuoto dovevamo gareggiare, e con il tempo scoprì che non faceva per me.
Nel frattempo, scoprì ciò che mi piaceva davvero, la danza! Perciò, insieme ai miei genitori decisi di fare contemporaneamente entrambi gli sport, ma la stanchezza si faceva sentire, e per questo col il tempo capii che era meglio dedicarmi solo alla danza.
Felicissima di aver finalmente smesso di gareggiare, all’età di 10/11 iniziai a praticare danza classica. A lezione ci insegnarono ad utilizzare sia le mezze punte sia le punte di gesso, scarpette con cui facemmo lo spettacolo di fine anno. Fu proprio qualche sera prima dell’esibizione che iniziai ad avvertire un forte fastidio al ginocchio e alla caviglia, e parlandone con la mia insegnante mi consigliò di mettere del ghiaccio. Lì per lì pensai che non fosse nulla di ché e la ascoltai.
Qualche mese dopo però, iniziai ad avvertire delle fitte al ginocchio molto forti. In particolare, ricordo che una sera ero in piedi in sala mentre stavo parlando con i miei genitori, e improvvisamente mi tornò una fitta al ginocchio, ma questa volta più forte delle precedenti: mi sentivo il ginocchio come “paralizzato”, il dolore era talmente forte che scoppiai a piangere, e mi dovetti immediatamente sedere dato che non riuscivo a stare in piedi. Mia madre e mio padre erano increduli. Dopo questo episodio capirono che non si trattava di un semplice dolore sporadico; perciò, mi portarono dal mio medico di base per capire come procedere. Al medico spiegai tutti i miei sintomi, forte dolore al lato sinistro della rotula, ginocchio gonfio e spesso caldo.
Da questo momento in poi mi venne prescritta una fascia per contenere il dolore quando lo avvertivo maggiormente, e mi vennero prescritte una sfilza di visite. Feci varie risonanze magnetiche dalle quali però non emerse niente. Mi venne consigliato di andare dal fisioterapista per sottopormi alla laser terapia per diminuire il dolore, ma fu solo una soluzione provvisoria, dato che una volta smessa il problema ritornò.
Nel frattempo, smisi di praticare sport, sia dentro che fuori da scuola.
La situazione stava diventando così incerta e confusionaria. Mia mamma era sempre più preoccupata, dentro di lei si “sentiva” che c’era qualcosa di più. Insieme al medico decise di farmi fare una visita privata al Rizzoli di Bologna, uno degli Istituti ortopedici più rinomati della zona. Mi visitò il primario di ortopedia, e mentre guardava gli esiti degli esami precedenti chiese a mia madre: “le hanno mai fatto i raggi?”, e la risposta fu “No”. Incredulo, mi fece fare immediatamente dei raggi che furono “miracolosi” perché fu soltanto da quelli che si scoprì a cosa fosse dovuto tutto il mio dolore. Avevo un fibroma al ginocchio e la rotula un po’ mobile. Inoltre, data la presenza di liquido il primario mi disse che era da tenere sotto controllo e che nel caso fosse aumentato me lo avrebbero dovuto aspirare. Mi disse anche che potevo riprendere a fare sport, in particolare quelli che rinforzavano la muscolatura vista la struttura del ginocchio.
Circa 6 mesi / 1 anno dopo dovetti rifare raggi e risonanza magnetica, dai quali emerse che il fibroma si era riassorbito.
Dopo diversi anni ferma, finalmente ricominciai a fare sport, e da lì non ho più smesso.
Il dolore, però, non è tutt’ora sparito. Quando faccio molti sforzi, oppure quando sta per cambiare il tempo avverto un po’ di dolore, ma nulla che non si possa risolvere con la fascia o un antidolorifico.